Paolo Nespoli: vita, imprese (e gaffe) di AstroPaolo

Il Corriere della Sera svela un assaggio della vita e dei racconti di Farsi spazio, il nuovo libro di Paolo Nespoli. «Dal 38 alla maturità fino alla Nasa.»
2 Novembre 2020
ROI Edizioni Paolo Nespoli

Il Corriere della Sera svela un assaggio della vita e dei racconti di Farsi spazio, il nuovo libro di Paolo Nespoli. Dal 38 alla maturità fino alla Nasa: «Sullo Space Shuttle schiacciai per errore il pulsante rosso d’emergenza. Ma finì bene». Pubblichiamo una parte dell’articolo di Riccardo Bruno.

Sul joystick che pilotava lo Space Shuttle c’era un pulsante rosso. Andava usato in casi di estrema urgenza, quando tutti i tentativi erano falliti. Praticamente non andava mai premuto. «Naturalmente io l’ho schiacciato, accidentalmente ma l’ho schiacciato». Per fortuna era una simulazione, ma l’aspirante astronauta Paolo Nespoli poteva pagarla cara. Anche la carriera di un extraterrestre, tre viaggi in orbita, 313 giorni nello Spazio, è segnata da intoppi, momenti complicati e qualche errore. Una vita che AstroPaolo, 63 anni, ricostruisce nel suo ultimo libro Farsi spazio (Roi Edizioni). Un racconto sincero su come è riuscito a essere fedele alla risposta che diede a 12 anni. «Che cosa farò da grande? L’astronauta».

Anche se non sempre il buongiorno si vede dal mattino. L’uscita dal liceo scientifico non è brillantissima. Durante l’esame si mette a battibeccare con il presidente della commissione. Voto finale: 38 su 60. «Ero un diplomato “scarso”, di risulta. Due punti soltanto sopra il minimo che mi concesse non mancando di chiosare che quel voto mi avrebbe penalizzato per tutta la vita e insegnato a trattare con il potere costituito». Il giovane Nespoli è un «ribelle incallito», ma fa anche il chierichetto e l’animatore di oratorio. «Insomma ero Dottor Jekyll e Mr. Hyde».

Parte come militare di leva, diventa istruttore paracadutista, poi incursore nelle Forze speciali, sminatore in Libano. Periodo di formazione, ma non un mondo ideale. «All’epoca, fine anni Settanta — ricorda — le prevaricazioni dei nonni sulle reclute erano ben lontane dall’essere non dico debellate, ma anche solo biasimate». E ancora, a proposito dei corsi a Torino e a Cesano: «Nove mesi che mi regalarono un ulteriore assaggio se mai ne avessi avuto bisogno, di quanto ottusa, vessatoria e distaccata dalla realtà potesse essera la vita nell’esercito di allora».

È però anche occasione per incontri straordinari, come quello, proprio in Libano, con Oriana Fallaci, di cui da ragazzino aveva letto il libro sugli astronauti americani, la quale lo spinge a non abbandonare il suo sogno da bambino. Così, con i soldi messi da parte, si mette in aspettativa. Va a New York, impara l’inglese e si laurea in ingegneria aerospaziale. E grazie a un collega di corso ha un aggancio per entrare alla Nasa.

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