È vero che da bambina convinceva i fratelli a cedere i loro bomboloni dicendo che li avrebbe piantati nel giardino per far crescere un albero, rivisitazione della storia degli zecchini d’oro di Pinocchio?
«Verissimo. Amo i bomboloni fritti con lo zucchero. Mamma aveva il braccino corto: li comperava a ogni morte di Papa. Quando li acquistava finivo velocemente il mio e gabbavo i fratelli più giovani e pronti a fidarsi della “capitana”. Dicevo, appunto, che li avrei messi sotto la terra e che sarebbe cresciuto l’albero: invece li mangiavo. L’albero lo aspettano ancora oggi».
Lei ha detto: «Diventando mamma, ho rivisto il rapporto con i genitori».
«Un figlio dà tutto per scontato e non vede ciò che fanno un padre e una madre».
Ha scritto «Senza rete», un libro che non fa sconti.
«Parla poco di volley, è stato un modo per rivedere la mia vita e pensare ai figli. Quando sono arrivati i cartoni con i volumi, ho detto a Ines: “Qui c’è il mio profumo”. Ne ha aperto uno e ha obiettato: “Mamma, io non lo sento”».
C’è chi teme il decadimento fisico. Lei?
«Ho più paura di chi, a 50 anni, spera di avere sempre il volto di una ventenne. Ogni ruga racconta quello che sei stata».