Jane McGonigal

Uno scenario futuro: Il Giorno della gratitudine

"Vorrei che riusciste a prevedere i rischi 'inimmaginabili' a cui dobbiamo prepararci e anche il dolore 'incredibile' che vorremo evitare, in modo da poterli prevenire o almeno da mitigare i danni. Però vorrei anche che riusciste a immaginare di fare qualcosa di nuovo ed entusiasmante durante i prossimi dieci anni della vostra vita e anche in seguito."

Le persone che in un simile scenario avrebbero diritto alle donazioni di ringraziamento hanno commentato in maniera differente: “Mi sentirei escluso se nessuno mi ringraziasse. Avrei timore di essere dimenticato durante il Giorno della gratitudine.” “Sarei troppo imbarazzato per approfittarne. Non vorrei dover chiedere alla gente di scegliere me invece di qualcun altro durante il Giorno della gratitudine. Mi sembrerebbe di chiedere l’elemosina.” “Sarei nervoso. Sarebbe più facile se potessimo contare su uno stipendio minimo più alto invece di attendere di essere ringraziati. Ci sono però tante persone che vorrei ringraziare, e mi renderebbe felice farlo. Mi piace quest’idea e la odio allo stesso tempo.” Avere una relazione di amore-odio con uno scenario futuro è una buona cosa. Significa che state utilizzando la vostra immaginazione positiva e anche quella ombra. Se vi state chiedendo “Cosa potrebbe accadere di buono in questo scenario? Cosa potrebbe accadere di brutto invece?” vuol dire che state considerando la questione da più angolazioni. E a più persone parlerete di uno scenario, più angolazioni vedrete.

Un amico con cui ho condiviso questo scenario mi ha risposto: “Il mio primo pensiero è stato che avrei voluto organizzare una festa della gratitudine, una festa a sorpresa dove tutti donano alla stessa persona, per cambiare la sua vita in meglio. Poi mi è venuto in mente, perché non fare davvero una festa della gratitudine per qualcuno? Non per riempirli di assegni, non succederà, ma per riempirli di lettere di gratitudine. Vorrei davvero provarci!”

Un amico imprenditore mi ha risposto: “Sarei molto impegnato in questo futuro perché creerei un nuovo business chiamato GoThankMe.com. Funzionerebbe proprio come GoFundMe, ma aiuterebbe le persone a raccontare le proprie storie di ringraziamento e accenderebbe i riflettori sui lavoratori più idonei. Noi prenderemmo una piccola percentuale come tassa di servizio. Duecento milioni di adulti, che inviano mille dollari ciascuno, considerando per noi il 3 per cento, sarebbe potenzialmente mezzo miliardo di dollari di entrate all’anno.”

Un altro amico mi ha scritto: “Quello che questo scenario mi sta davvero facendo pensare è perché non pagare le persone in modo più equo. Sono sicuro che, durante il Giorno della gratitudine, sarei entusiasta di ringraziare qualcuno e curioso di scoprire chi hanno ringraziato tutti i miei amici e familiari. Ma in questo momento, la mia mente è all’opera per capire come risolvere il problema di chi si prende cura di noi e viene pagato così poco.”

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