Isole urbane di calore
Le città sono costruite con materiali come asfalto e cemento che intrappolano il calore durante il giorno e lo rilasciano di notte. La loro conformazione influisce anche sulla capacità o meno delle città di disperdere questo calore.
Quando le emissioni e la luce del Sole interagiscono con l’aria già calda delle città, si possono creare isole di calore urbano. L’aria diventa ancora più stagnante e intrappola più inquinamento. Quando il calore degrada l’inquinamento trasportato dall’aria, si crea ozono a livello del suolo. Questo ozono intrappola ancora più inquinamento, accelerando l’effetto serra e aumentando il caldo mentre la qualità dell’aria peggiora.
Tutto ciò spinge le persone a restare in casa, dove accendono i condizionatori, contribuendo a un circolo vizioso. I condizionatori, oltre a consumare molta energia, generando quindi più emissioni dalle centrali elettriche, emettono anche gli idrofluorocarburi, che hanno un impatto sull’ambiente 1000 volte più negativo del biossido di carbonio.
Ciò significa che l’inquinamento urbano intrappola il calore e peggiora l’inquinamento e il riscaldamento globale aumentando la domanda di raffreddamento, con la conseguenza di ulteriori emissioni di gas serra che a loro volta intrappolano il calore: tutto questo crea un ciclo continuo nel quale le città diventano sempre più calde e la qualità dell’aria sempre peggiore.
L’effetto combinato di calore e inquinamento nelle aree urbane è una delle ragioni per cui il valore di 1,5°C è così importante per comprendere il cambiamento climatico e l’urgenza di ridurre le emissioni. Più inquinamento creiamo, più il calore aumenta e più gli ecosistemi vengono danneggiati in maniera irreparabile.