È altrettanto essenziale porre rimedio alle cattive abitudini – le cose che fate, o che mancate di fare, e che inibiscono la vostra efficacia e la vostra prestazione. Queste abitudini risulteranno ben presto evidenti grazie all’ analisi del feedback. Per esempio, una persona che si occupa di pianificazione potrà scoprire che i suoi piani, per quanto perfetti, falliscono perché non li persegue fino in fondo. Come molte persone brillanti, si convincerà che le sue idee possano muovere le montagne. In realtà, per muovere le montagne ci vogliono i bulldozer; le idee possono solo indicare alle macchine dove andare a scavare. Questa persona dovrà imparare che il lavoro non finisce quando si è terminato di redigere il piano. Dovrà ancora trovare persone a cui affidarne l’esecuzione e spiegarglielo. Dovrà adattarlo e modificarlo man mano che lo metterà in atto. E infine dovrà decidere quando smettere di perseguirlo.
Allo stesso tempo, il feedback rivelerà anche se il problema consiste in una mancanza di cortesia. Le buone maniere sono il lubrificante di ogni organizzazione. Per una legge di natura, due corpi in movimento che entrano in contatto fra di loro creano attrito. Vale per gli esseri umani così come per gli oggetti inanimati. La buona educazione – semplici gesti come dire “per favore” o “grazie”, conoscere il nome di battesimo della persona cui ci si rivolge o informarsi sulla sua famiglia – permette a due persone di lavorare insieme, che si piacciano o no.
Confrontare le proprie aspettative con i risultati permette di scoprire anche cosa non fare. Tutti noi abbiamo un’infinità di ambiti nei quali non abbiamo talento, né capacità, né la minima possibilità di diventare nemmeno mediocri. In questi ambiti nessuno – tantomeno un lavoratore della conoscenza – dovrebbe intraprendere alcuna attività, alcun incarico né alcun lavoro. Bisognerebbe sprecare il minor tempo possibile nel tentativo di migliorare le aree di scarsa competenza. Ci vogliono di gran lunga più fatica e più energia per passare dall’incompetenza alla mediocrità, che da una prestazione ottima a una eccellente. Eppure quasi tutti – in special modo la maggior parte degli insegnanti e delle organizzazioni – si danno da fare per cercare di trasformare gli incompetenti in mediocri. Quando invece dovrebbero dedicare energie, tempo e risorse a fare della persona competente una vera e propria stella.