Negli ultimi decenni, il modo in cui ci raccontiamo è cambiato notevolmente grazie alla diffusione dei media digitali e dei social network. Le piattaforme come Facebook, Instagram, TikTok, Twitter (adesso X) e non solo ci offrono la possibilità di creare uno storiverso di noi stessi attraverso le immagini, i video e le parole. Possiamo scegliere di mostrare solo le parti più positive della nostra vita o di condividere i momenti più difficili, in base a come vogliamo essere percepiti dagli altri. Ma non possiamo evitare di raccontarci in un flusso incessante di noi.
“Raccontami di te” è l’invito che oggi ci viene fatto dal mondo per riscoprire come narrare i nostri sogni e progetti, per riconoscere le nostre paure e le nostre speranze; per comprendere meglio come posizionare un prodotto; o per narrare con più efficacia un brand nella consapevolezza che ormai tra marca, prodotti e persone c’è un legame sempre più sottile.
È un invito a metterci a nudo nel racconto e a condividere con gli altri la nostra vulnerabilità, ma anche la nostra forza. In fin dei conti, quante volte ci siamo sentiti rivolgere la frase “raccontami di te”? A volte in tono assertivo, altre interrogativo. Ce lo siamo sentiti dire a un incontro formale o in un momento informale.
“Raccontami di te” è anche una di quelle locuzioni comuni nelle nostre interazioni sociali. Ci viene detto quando incontriamo persone nuove, durante colloqui di lavoro, appuntamenti amicali e in molte altre situazioni. È certo un modo per conoscere meglio un’altra persona, ma anche per raccontare il proprio storiverso, scegliendo al meglio modi, tempi e scene del racconto personale o aziendale. Quando qualcuno ci dice “raccontami di te” ci fa un grande regalo per la nostra reputazione e il nostro networking, perché ci permette di condividere la nostra esperienza con gli altri e di farci conoscere meglio. Tuttavia, dovremo essere capaci di farlo, altrimenti l’occasione sarà sprecata, e soprattutto occorrerà essere consapevoli del modo in cui ci raccontiamo.
Home > L’importanza di sapersi raccontare bene > Pagina 2
Andrea Fontana
L'importanza di sapersi raccontare bene
Noi siamo ciò che raccontiamo e per generare percezioni positive, una migliore reputazione, una più solida consapevolezza e un maggior coinvolgimento emotivo, oggi occorre creare storiversi: universi narrativi con valori, personaggi, prese di posizione, ambientazioni, emozioni mirate, in cui si fondano in maniera coerente tutte le sfaccettature della nostra identità.