Alf Rehn

Innovare per sopravvivere

Nelle mie ricerche affiorano costantemente quattro temi ricorrenti. Uno è la tendenza delle imprese a lasciarsi affascinare dall’innovazione superficiale e dai prodotti dell’industria dell’innovazione.

Ognuno di essi accresce quella sicurezza psicologica che è imprescindibile per i membri dell’organizzazione e promuove a sua volta un coinvolgimento ulteriore nella cultura dell’innovazione dell’azienda. Nel loro insieme, le quattro R formano un tutto coeso che genera la sicurezza psicologica tipica delle organizzazioni ben funzionanti e permette di incorporare l’innovazione in un modo più profondo e più coerente. Instaurata una cultura di questo tipo, l’organizzazione può tornare a crescere da una base più solida. Sarà anche molto meno esposta al teatrino dell’innovazione, molto meno soggetta al logoramento da innovazione e molto meno incline a uccidere le idee con l’indifferenza e la resistenza passiva. Con il tempo, attingerà in misura sempre maggiore al surplus cognitivo dell’organizzazione – sempre che preservi quei valori – e imparerà a sfruttare meglio l’immaginazione e la creatività innata dei dipendenti. Esaminerò le quattro R una per una, ma si dovrebbe tener presente che naturalmente si sovrappongono e interagiscono.

Rispetto: il fondamento dell’innovazione
Se c’è un concetto, una parola, che compendia il fondamento di una sana cultura d’innovazione, è rispetto. Potrebbe sembrare un termine vago e generico, più adatto a riflessioni sulla gestione delle risorse umane e sulla diversity che a un serio dibattito sull’in-
novazione, ma è un pericoloso errore di prospettiva. Nel capitolo precedente abbiamo visto come la mancanza di rispetto possa spingere una persona a giurare di non condividere le proprie idee; e purtroppo non si tratta di un caso isolato. In più dell’80% delle aziende in cui ho identificato problemi nella cultura dell’innovazione, le persone dicevano più o meno esplicitamente che le loro idee o i loro suggerimenti non ricevevano il rispetto che pensavano meritassero. In una indagine che ha coinvolto più di ventimila persone in tutto il mondo, Christine Porath ha scoperto che il rispetto era il tratto di leadership più auspicato dai dipendenti, ma anche che negli ambienti di lavoro la mancanza di rispetto era sempre più diffusa. Anche se tutti noi capiamo istintivamente cos’è, ciò non significa che il rispetto sia facile da definire. Rispetto vuol dire semplicemente trattare le persone tenendo in considerazione i loro sentimenti o agire con riguardo nei confronti di un’altra persona.

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