Gabriella Rosen Kellerman, Martin Seligman

I nostri cervelli al lavoro

Le abilità evolute nel tempo

All’inizio, il cambiamento si è compiuto lentamente. Si è dispiegato, principalmente, attraverso il tempo. Le prime specie di esseri umani hanno affrontato le glaciazioni, che si alternavano a periodi di riscaldamento interglaciale, con intervalli di uno o più millenni. Il livello del mare si alzava e si abbassava drasticamente, rendendo transitoriamente abitabili vaste aree di terra. Il ciclo era sufficientemente lento per consentire ai primi esseri umani di adattarsi alla “vecchia maniera”: ovvero, evolvendo attraverso la selezione naturale. Per esempio, i Neanderthal europei, che hanno affrontato i climi più freddi, hanno sviluppato gambe e avambracci meno estesi. In effetti, arti più corti implicavano una minor superficie, consentendo ai Neanderthal di riscaldarsi più facilmente. Tuttavia, circa settantamila anni fa, accadde qualcosa che cambiò la questione irreversibilmente. Il cervello di un particolare gruppo di esseri umani – i sapiens, ovvero i nostri più diretti antenati – ha subito profondi cambiamenti, come l’allargamento e l’arrotondamento delle regioni parietali e cerebellari.

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