Altra questione riguarda i dispositivi sanitari che dobbiamo utilizzare per proteggerci dal contagio: mascherine chirurgiche, disinfettanti per le mani e termometri puntati in fronte come se fossero pistole (o scanner termici che ti accolgono nei negozi, non fa molta differenza) producono un costante senso di allarme nel nostro cervello rettile: tronco encefalico e amigdala vivono uno stress permanente e noi, per questo, ci troviamo costantemente stimolati da ormoni e neurotrasmettitori dello stress, come cortisolo e ossitocina. Anche in questo caso, per quanto possiamo sentirci confidenti e sicuri, possiamo farci ben poco: la cognizione incarnata riguarda anche i vestiti e gli accessori che indossiamo e, non bastasse questo, il continuo richiamo a idee come germi, virus e febbre non migliora di certo le cose. L’odore di disinfettante evoca l’idea di un ospedale, e non serve un esperto di comportamento umano per spiegarvi che tipo di emozioni possa suscitare l’idea di corridoi asettici, medici con mascherine (appunto) e malattie di varia natura.
Se è vero che non possiamo far niente rispetto alle situazioni di cui sopra, possiamo invece fare molto dal punto di vista del linguaggio. Possono togliere a un uomo la libertà di stringere una mano, direi parafrasando il meraviglioso Viktor Frankl, ma non la libertà di parlare come gli pare. Che parole servono, dunque, in un mondo che ci costringe a parlare attraverso schermi di vetro, a mascherarci e a star lontani dagli altri? Parole che producano serotonina, endorfine, ossitocina, sostanze benefiche che contrastano gli effetti negativi di sostanze meno benefiche come cortisolo e norepinefrina. Tutto il vocabolario legato al mondo della natura, ad esempio, fa di certo al caso nostro: se io scrivo “erba verde”, voi pensate a “erba verde” e il cervello rilascia una piccola dose di ormoni del benessere, perché il verde dell’erba ha un potere rilassante che agisce sul nostro cervello senza nemmeno che noi ce ne rendiamo conto. Si chiama “innesco sul fresco”, che poi è quel che succede al supermercato, quando vi accolgono con ceste traboccanti di frutta e verdura e voi spendete di più e non sapete perché. Ricordate che il cervello non distingue fra linguaggio letterale e linguaggio figurato: perciò, se io scrivo che oggi dobbiamo piantare quei semi linguistici che daranno i loro frutti nel corso del tempo, voi leggete “piantare” e “semi” e “frutti” e il gioco è fatto: l’endorfina è garantita.