Possono essere applicate a qualsiasi contesto in cui un modernismo disordinato è in conflitto con l’esperienza umana. Questa tesi è confermata dai numerosi nuovi movimenti slow sorti sulla scia del successo dello Slow Food, che hanno preso di mira altri aspetti della nostra cultura che risentivano di una frettolosità sconsiderata.
Come documenta il giornalista Carl Honoré nel suo libro del 2004, In Elogio della lentezza, questi movimenti di seconda ondata includono Slow Cities, che ha preso il via anche in Italia (dove si chiama Cittaslow) e si concentra sul rendere le città più incentrate sui pedoni, sul sostegno alle imprese locali e, in senso generale, sulle relazioni di vicinato. Tra questi ci sono anche la Slow Medicine, che promuove la cura olistica delle persone invece di concentrarsi solo sulle malattie, e la Slow Schooling, che tenta di liberare gli studenti delle scuole primarie dalle pressioni dei test di valutazione e del tracking competitivo. Più di recente, il movimento Slow Media è emerso per promuovere alternative più sostenibili e di qualità superiore al clickbait digitale, e il termine Slow Cinema è sempre più utilizzato per descrivere film realistici, in gran parte non narrativi, che ricompensano l’attenzione prolungata con una visione più profonda della condizione umana. “Il movimento slow è stato inizialmente visto come una proposta per poche persone che amavano mangiare e bere bene”, ha spiegato il sindaco di Bra, la città natale di Petrini. “Ma ora ha assunto una valenza culturale molto più ampia, che riguarda i vantaggi di fare le cose in modo più umano e meno frenetico.”
Slow Food. Slow Cities. Slow Medicine. Slow Schooling. Slow Media. Slow Cinema. Tutti movimenti costruiti sulla strategia radicale ma efficace di offrire alle persone un’alternativa più lenta e sostenibile alla frenesia moderna, attingendo alla saggezza consolidata nel tempo.
Home > Come il pensiero lento può cambiare il nostro tempo > Pagina 4
Cal Newport
Come il pensiero lento può cambiare il nostro tempo
Una produttività più lenta e un'alternativa più sostenibile possono trasformare radicalmente il nostro approccio al lavoro e tutelare anche il nostro benessere psicologico.